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Relazione Osservatorio Immobiliare Fiaip Alessandria - 2° Semestre 2015
25/01/2016

Situazione del mercato – secondo semestre 2015.

 

Avevamo iniziato la precedente relazione con un titolo ( “Una nuova speranza”) mutuato dal cinema di fantascienza, che voleva evidenziare uno stato d’animo volto finalmente all’ottimismo, dopo anni tristi di tanta fatica e poco risultato. 

Il secondo semestre ha in parte confermato la tendenza, consentendo di archiviare un anno, magari non brillantissimo, ma che ha permesso al settore di riprendere un po’ di fiato.

I prezzi sempre estremamente convenienti, ma tendenti ora alla stabilità, uniti alla grande scelta di prodotti sul mercato, invogliano le aziende dotate di disponibilità economica, ad investire in nuove strutture produttive. Il dato più positivo che emerge è che i settori che sono stati attivi in questo periodo sono più diversificati rispetto al recente passato: la  logistica (sempre piuttosto presente), il settore alimentare, il trattamento dei rifiuti (in espansione, nelle varie forme, dal trattamento diretto alla produzione di macchinari necessari alla lavorazione dei rifiuti), ma anche la meccanica.

Lavorando efficacemente sulla leva fiscale, gli interventi legislativi a supporto del mercato dei beni strumentali per l’industria hanno prodotto un incremento di ordini nel settore meccanico della produzione di macchine utensili che, negli scorsi anni , più di altri , aveva sofferto la crisi.

Le aziende che sono sopravvissute alle difficoltà degli anni scorsi, possono ora beneficiare di questi  ordinativi e consolidare la ripresa.

E’ di pochi giorni fa anche l’apertura di un bando per finanziamenti alle imprese volti a sostenere la realizzazione di interventi in materia di salute e sicurezza sul lavoro che riguardano anche le strutture produttive con particolare riguardo alle modifiche all’impiantistica e alla rimozione a bonifica di parti in amianto.

Questo tipo di interventi di supporto all’economia va nella direzione giusta e tanto lo condividiamo che vorremmo venisse esteso anche all’acquisto e alla realizzazione di immobili strumentali,  così come auspicavamo nel precedente rapporto.

Incentivare il recupero ed il rinnovamento degli impianti industriali, favorendo l’abbattimento e la ricostruzione, sarebbe un grosso aiuto anche al settore edile, quello più massacrato dalla crisi e dalle improvvide politiche messe in atto negli anni scorsi.

Porre un limite al consumo del territorio deve essere un obbiettivo di qualunque amministratore ma, per tentare di ottenere il risultato si possono percorrere strade diverse.

Purtroppo il Pubblico Amministratore, spesso avido e miope, tende a caricare di oneri e costi chi promuove un investimento immobiliare visto che “dall’operazione ricaverà un beneficio” e quindi chiede salatissimi oneri di urbanizzazione, condiziona permessi all’obbligo di realizzare opere pubbliche (talvolta di dubbia utilità) che il Pubblico non riesce a fare  per cronica mancanza di fondi e così via.

In questo modo “si ottengono” risultati aberranti: o il sovraccarico di costi e vincoli rende troppo oneroso l’intervento e mette in difficoltà chi lo esegue o dissuade il promotore dal metterlo in pratica, con la conseguenza che l’Amministrazione non incassa oneri, nessuna opera pubblica viene realizzata e messa a disposizione della comunità e, ancor più grave, l’azienda non si sviluppa e coloro che potevano lavorare al cantiere non lavorano.

Quel che è peggio è che nessuno potrà mai quantificare l’infinità di occasioni di sviluppo perse per questi motivi.

Per ottenere risultati, non bisogna puntare sui divieti e sovraccaricare di costi le rare azioni di sviluppo, ma, con coraggio, rinunciare a potenziali guadagni immediati, che, come detto prima, facilmente rimangono virtuali.

Soprattutto per incentivare il riuso di aree occupate da strutture obsolete, visto che già sono urbanizzate, si dovrebbe eliminare o ridurre all’osso gli oneri di urbanizzazione e “socializzare “ qualche costo, riducendo drasticamente i costi di demolizioni, smaltimento e bonifica, magari utilizzando la leva fiscale.

Si può fare, basta volerlo.

 

Togliamo il gesso a questo Paese!

 

Mauro Ravera – gennaio 2016